Paola Malato, Anna Minola
La Stampa, TorinoSette, Venerdì 17 marzo
Protagonista è il cielo: quell’entità incorporea, immateriale, simbolica, diventa per Antonio Carena materia, fisicità, pelle-pellicola pittorica, densa massa ovattata.
L’artista rivolese ha aperto una immaginaria finestra di cinque scomparti nella sala direzionale della Martini & Rossi di Gìnevra.
L’azienda di Pessione ha offerto infatti all’artista la possibilità di affrescare a suo modo la sede svizzera: quel luogo dove si discutono interessi e si attivano relazioni d’affari, i suoi soffi di nuvole luminose sembrano un invito a immergersi nella dimensione dell’infinito, dove scompaiono le coordinate di spazio e di tempo, e dove il contingente viene risucchiato in un movimento cosmico dai contorni indistinti.
Con un’operazione tra il ludico e l’ironico, in cui certo non si coglie nessuna intenzione retorica né tantomeno drammatica, Carena elabora una decorazione illusionistica grazie al sapiente uso dell’aerografo, che consente di giungere ad una certa evanescenza dei profili, ad un effetto di impalpabilità così luminosa che ne deriva una instabilità percettiva quasi insostenibile con lo sguardo.
Opere di Antonio Carena, un autore che i torinesi ben conoscono, proprio per le sue inconfondibili «nuvole» che ad esempio affrescano il Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, si trovano anche a Parigi.